La geotermia è una fonte di sviluppo e non sfruttarla sarebbe deleterio - Intervista
geotermia a Radicondoli
Emiliano Bravi: a Radicondoli si vive come una volta, ma con la tecnologia del domani
Il Teleriscaldamento alimentato dalla Geotermia locale.
Emiliano Bravi, sindaco di Radicondoli: "Siamo e vogliamo sempre più essere un punto di riferimento anche turistico ricettivo e agire da volano di sviluppo"

Radicondoli è proprio nel bel mezzo della Toscana, all'incrocio di tre province (Siena, Grosseto e Pisa), vi sentite isolati, circondati o fortunati?
A dire il vero ci riconosciamo in tutte e tre le definizioni: isolati perché siamo oggettivamente lontani (20-30 km) dai principali centri urbani e da alcuni servizi divenuti oggi quasi basilari (centri commerciali, attività di doposcuola come l'uso delle piscine, etc.); ma allo stesso tempo siamo anche fortunati perché il nostro territorio è poco antropizzato; al mattino si apre la finestra godendosi un panorama invidiabile e respirando l'aria buona; esiste ancora il rapporto coi vicini di casa che ti conoscono da una vita e che ti danno una mano nel momento del bisogno. Sull'essere circondati c'è di buono che stare nel bel mezzo della Toscana significa anche avere rapporti privilegiati con una moltitudine di sindaci (nel mio caso) e comunità che favoriscono gli scambi culturali, politici, ma anche turistici o economici. Il nostro è un tessuto sociale molto vivo e aperto verso l'esterno. Per noi è una grande ricchezza.

Quali sono le principali fonti di reddito nel vostro territorio?
Oltre alla geotermia, che rappresenta per il nostro piccolo comune una fonte imprescindibile, il principale lavoro svolto dai miei concittadini riguarda l'attività ricettiva, anche legata all'agricoltura, ma rimane ancora importante il fenomeno del pendolarismo sulla Val d'Elsa e Siena.
Per questo considero la geotermia uno strumento utile per sviluppare e contribuire alla nascita di nuove esperienze imprenditoriali: oltre alle già collaudate serre geotermiche sarebbe utile continuare a creare altro lavoro e reddito.
Una volta venivamo considerati la "fattoria della val d'Elsa" (per via dei funghi, della caccia, dei prodotti del territorio) oggi siamo e vogliamo sempre più essere un punto di riferimento anche turistico ricettivo e agire da volano.
E' il caso delle Comunità del Cibo ed Energie Rinnovabili, di sui sono un convinto sostenitore: ne fanno parte la Parvus Flos (ed è motivo di orgoglio vedere il "mio basilico" sugli scaffali di mezza Italia) ma anche la fattoria agricola La Fonte.
In tal senso credo la partecipazione della Comunità, grazie al Cosvig, ad EXPO2015 sia una opportunità incredibile sulla quale, anche come comune, stiamo investendo molto.

Come coniugate le bellezze naturalistiche, paesaggistiche, con le attività geotermiche?
Non a caso citavo prima la bellezza dei nostri panorami e l'aria buona che entra dalle finestre, perché da noi la presenza della risorsa geotermica non è affatto invasiva, sia per una corretta localizzazione dei pozzi e della centrale, che rimangono nascosti rispetto ai centri abitati, ma anche perché c'è stata una attenzione particolare, sia da parte delle precedenti amministrazioni che della stessa Enel, nel fare interventi impiantistici il più possibile compatibili con l'ambiente circostante.
La maggior parte dei nostri vapordotti sono interrati e quei pochi rimasti esterni sono protetti, mimetizzati e resi quindi poco impattanti.
E poi non è detto che il vapore sia vissuto come una cosa negativa, anzi sappiamo che piace ai turisti, i nostri soffioni sono cartoline immancabili tra i ricordi dei nostri visitatori e le stesse centrali sono oggetto di visite guidate.

Ma a parte i turisti e le attività economiche, la cittadinanza come vive questa presenza?
Il nostro è un territorio geotermico, non lo possiamo nascondere. Le centrali geotermiche bisogna costruirle sul posto, non sono come quelle a carbone che puoi scegliere dove collocarle, magari anche a migliaia di km di distanza dalle miniere.
Poi noi da sempre abbiamo vissuto questa presenza: mia mamma ricorda ancora quando è uscito il "soffionissimo". Semmai oggi c'è una maggiore attenzione e quindi anche noi, come enti, siamo più vigili ma allo stesso tempo possiamo analizzare dati scientifici e non ragionare su ipotesi.
Oggi sappiamo che le emissioni non sono preoccupanti, che la falda acquifera non subisce danni, insomma siamo rassicurati dal punto di vista tecnico.
Come ente locale abbiamo impostato il piano strutturale e il regolamento urbanistico stabilendo che le attività geotermiche possono essere svolte solo nelle aree già localizzate, il resto deve essere sviluppato ad integrazione.
Il nostro territorio è vasto, circa 150 km2, c'è stato lo spazio per la geotermia ma c'è anche spazio per fare tante altre cose oltre la geotermia. In questo caso mi preme sottolineare la presenza del laboratorio sperimentale di Sesta, una opportunità unica per far conoscere l'eccellenza della tecnologia italiana nel mondo. Non è solo una questione di geotermia (penso che in tal caso le principali commesse interessino ben altri settori), ma qui possiamo portare la vera ricerca scientifica e tecnologica di tutto il mondo. Magari sfruttando questi laboratori anche con uno spirito più imprenditoriale rispetto ad Enel. Insomma, avere un'eccellenza mondiale sul proprio territorio, fa piacere a tutti, no?

Eppure in alcune zone si comincia a mettere in discussione la geotermia come fonte rinnovabile e come opportunità di sviluppo. Qual è la sua opinione in merito?
La geotermia è una fonte di sviluppo e non sfruttarla sarebbe deleterio, specialmente in un Paese come il nostro dove le materie prime, anche energetiche, scarseggiano.
Questo non vuol dire abbassare la guardia nei confronti della salute e dell'ambiente ma bisogna continuare a investire e sfruttare la risorsa. Spesso si pensa alla geotermia solo per la produzione di energia elettrica, eppure ci sono le possibilità tecniche per ridurre al minimo l'impatto e qui a Radicondoli ne abbiamo un esempio.
Stiamo costruendo la rete per il teleriscaldamento e per avere la possibilità di sfruttare il calore geotermico per usi diretti. È vero che purtroppo noi siamo uno degli ultimi comuni ad avviare questo progetto, poteva essere fatto prima, forse è mancato un po' di coraggio, ma è anche vero che adesso siamo in grado di portare in tutte le case non solo il calore della terra, ma anche di rifare tutti i sottoservizi dei nostri centri urbani, compreso la fibra ottica. Siamo un comune di mille abitanti nel mezzo dei boschi, non mi sembra un dettaglio secondario.
Neppure alcune grandi città del nord possono vantare questi benefits. Il teleriscaldamento ha vantaggi poi non solo economici (risparmio) e ambientali (emissioni CO2) ma anche di sicurezza, consentendo la rimozione delle caldaie dalle abitazioni.

Ma può quantificare da un punto di vista economico i vantaggi del teleriscaldamento?
Si tratta di un investimento complessivo di oltre 9 milioni di euro (è il principale investimento in corso nella provincia di Siena), il comune paga l'allaccio, all'utente competono solo i costi dei lavori in casa (che comunque sono in larga parte fiscalmente detraibili come tutti gli interventi di riqualificazione energetica).
Si quantifica in circa 600 euro l'anno la spesa per mantenere riscaldata una casa di 100 m2 oltre all'utilizzo di acqua calda sanitaria tutto l'anno. Un bel risparmio ed infatti abbiamo avuto una grande adesione da parte dei cittadini.

Cosa che ne pensa della recente legge sulla moratoria imposta dalla Regione Toscana?
Penso che l'errore sia stata fatto a monte, nel senso che prima di dare i permessi di ricerca in base alla legge sulla liberalizzazione, bisognava consultare e ascoltare i territori interessati, per capire se effettivamente c'era questa volontà e necessità di autorizzare nuovi impianti. La moratoria può servire per sanare alcune distorsioni, ma spetta ai territori decidere il proprio sviluppo.

Quali sono i rapporti con il Cosvig? cosa potrebbe fare il Consorzio di più per voi e cosa voi potreste fare di più all'interno del Consorzio?
I rapporti sono più che ottimi, del resto siamo tra i soci fondatori e abbiamo quote importanti del capitale sociale, ma non solo per questo ci crediamo molto. Noi vogliamo fare massa critica, sarebbe sbagliato che ogni Comune andasse per conto suo e dobbiamo essere uniti, avere una visione unica, agire come un unico soggetto. In questo senso il Cosvig è il vero alter ego nei confronti del gestore, che per ora è ENEL, ma che un domani potrebbero essere anche altri. Com'è noto, l'unione fa la forza. Fonte: distrettoenergierinnovabili.it Febbraio 2015