I costi e le tariffe riportati sono quelli ufficiali resi pubblici dalle relative società.
COSTI DEL TELERISCALDAMENTO IN LOMBARDIA
COSTI DEL TELERISCALDAMENTO IN TRENTINO - ALTO ADIGE
COSTI DEL TELERISCALDAMENTO IN EMILIA ROMAGNA
COSTI DEL TELERISCALDAMENTO IN VENETO
COSTI DEL TELERISCALDAMENTO IN PIEMONTE
COSTI DEL TELERISCALDAMENTO IN TOSCANA
La contabilizzazione dei costi del teleriscaldamento avviene secondo determinati criteri:
- in sottocentrale è installato un contatore d'energia termica, fonte ufficiale dei dati di consumo dell'intero stabile;
- l'acqua calda fluisce all'impianto dell'abitazione attraverso una valvola
di zona (la cui apertura o chiusura è comandata dal termostato ambiente
posto nell'appartamento) e mediante un contatore collegato elettricamente
alla valvola stessa, che entra in funzione insieme alla valvola;
- il termostato ambiente è l'unico vero comando dell’impianto di riscaldamento, cercare economie agendo su altri elementi dell'impianto (chiudendo uno o più termosifoni) è inutile, importante invece quantificare il grado di isolamento tecnico dell'appartamento, cioè verificare, dopo quanto tempo, a partire dallo spegnimento del riscaldamento, si registra un calo della temperatura;
- il calore consumato per il riscaldamento dall'intero edificio è fatturato
alla tariffa in vigore di Kw/h, indicizzato alla tariffa del gas metano
per uso riscaldamento. Questo costo complessivo è suddiviso, fra tutte
le unità servite, in una parte millesimale e in una variabile. Il
rapporto fra le due quote è indicato dall'amministratore condominiale;
in assenza di questa determinazione, il costo è ripartito d'ufficio
con i seguenti criteri:
- il 20% come quota millesimale indipendente dal consumo, in base ai millesimi delle singole unità;
- l'80% quale quota proporzionale al consumo del singolo appartamento,
in base alle ore di funzionamento registrate dal contatore, ponderate
con i millesimi dell'ambiente riscaldato.