A Roma la più grande centrale geotermia d'Europa per uso abitativo arriverà ad alimentare 950 appartamenti.
geotermia a Roma
Roma, 10 gennnaio 2014
Più del 60% del fabbisogno energetico primario prodotto da fonti rinnovabili con un risparmio in bolletta del 40% ed emissioni di Co2 dimezzate.
Sono i risultati ottenuti in due anni dall'entrata in funzione della centrale geotermica per uso abitativo più grande d'Europa che a Roma alimenta il complesso residenziale ''Rinascimento Terzo'' a Talenti.
Qui, da due anni, 266 appartamenti sono serviti da un impianto che abbatte consumi ed emissioni nocive, ma si prevede di arrivare ad alimentare 20 edifici, con circa 950 appartamenti, per un totale di circa 3.000 abitanti.

La geotermia fornisce agli appartamenti il riscaldamento e il raffrescamento, attraverso un campo di geoscambio composto da 190 geosonde che raggiungono i 150 metri di profondità senza interferire con la falda acquifera.

Il funzionamento del sistema si basa sullo scambio termico di un fluido a temperatura esterna (acqua) con la temperatura costante del terreno che, come noto, è più fresco in estate e più caldo d'inverno rispetto all'esterno.
Con la tecnologia geotermica la quasi totalità del fabbisogno energetico necessario per riscaldare e raffrescare l'appartamento è fornita dal terreno, che durante l'inverno cede calore e nel periodo estivo lo assorbe.

La centrale geotermica, insieme a un gruppo di cogenerazione a biomassa (olio vegetale), ha consentito di raggiungere un quantitativo energetico prodotto da fonte rinnovabile pari a 7.040 Mwh l'anno e così il 64,7% del fabbisogno energetico complessivo di energia primaria viene prodotto attraverso fonti rinnovabili. Nei primi due anni ciò ha comportato un risparmio economico in bolletta del 40%.

L'utilizzo della pianta jatropha, da cui si ricava l'olio vegetale, comporta inoltre un abbattimento delle emissioni di Co2 superiore del 50%.
Il numero di alberi che sarebbero necessari per assorbire annualmente il quantitativo di emissioni evitate è compreso tra circa 540.000 e 750.000 unità, corrispondenti ad una superficie territoriale, adibita a bosco, pari mediamente a circa 1300-1800 ettari.
Inoltre le caratteristiche di autoapprovvigionamento di questo olio vegetale non edibile non influisce sulle colture alimentari. (Adnkronos)